E se fosse possibile “sanificare” ospedali e cliniche preservando il microbiota ambientale?
Disinfettanti biologici a base di probiotici (come i batteri intestinali o i fermenti in commercio) sono efficaci contro le infezioni ospedaliere, riducono la presenza di ceppi antibiotico-resistenti, riducono i casi di infezione e anche i costi correlati. Redazione Ansa – 1 marzo 2019
Dopo oltre un decennio di ricerca clinica in vari ospedali universitari internazionali, è stato dimostrato che l’igiene probiotica è l’unica soluzione sostenibile sia per l’uomo che per gli animali.
Uno studio italiano svolto dalla dottoressa Elisabetta Caselli dell’Università di Ferrara ha coinvolto sei ospedali pubblici e cinque università:
- Policlinico Universitario Gemelli – Roma
- Ospedale di Ferrara
- Ospedale di Tolmezzo
- Ospedali riuniti – Foggia
- Istituto di Cura Città di Pavia
- Ospedale di Feltre
- Università degli studi di Ferrara
- Università degli studi di Udine
- Università degli studi di Pavia
- Università degli studi di Messina
Lo studio ha dimostrato che è possibile intervenire a livello ambientale (rimodulazione microbiota) per combattere ICA (infezioni correlate all’assitenza, quelle che si prendono durante una degenza in struttura sanitaria; costituiscono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria. In Europa si stima che il costo delle ICA sia intorno ai 7 miliardi di euro annui, includendo solo i costi diretti. Fonte Ministero della Salute) & AMR (resistenza agli antimicrobici; l’Unione Europea e l’OMS stanno diffondendo le notizie sui rischi di questo problema, che viene considerata una delle 10 principali minacce per il futuro dell’umanità).